Dalla tragedia “Ignazio ovvero Il
Genovese che si finse Sindaco”
Atto V, Scena IV
(Campidoglio, Sala della Protomoteca)
Ignazio, Sabellio, Orfenio e guardie
della Polizia Municipale
Ignazio (stendendo il braccio con il
palmo della mano aperta)
“Porgetemi dunque la penna ! Se tale è il
fato dei giusti, porgetemi la penna ! Se non soffersi per Roma e con Roma le
calunnie dei malvagi, porgetemi voi tutti la penna ! Se inane fu la mia
lotta contro la forte possanza del malaffare e dei corrotti in questa città dei
sette colli, porgetemi allora quella penna che onta darà ai traditori e a me
più degna fine.
(S’accosta alla finestra) Odo la voce degli onesti, forse di un solo onesto, qual son io, che mi vuole ancor signore in questo palazzo”.
(S’accosta alla finestra) Odo la voce degli onesti, forse di un solo onesto, qual son io, che mi vuole ancor signore in questo palazzo”.
Sabellio (sussurrando ad Orfenio)
“Costui davvero mi pare folle”.
Orfenio (anch’egli sussurrando)
“Che lo fosse già quando lo facemmo Sindaco
?”
Ignazio ( a Sabellio)
“Hai veduto, mio dolce amico, quanto
lerciume s’ammassa nelle strade ? Hai veduto lo scempio dell’Urbe ? Hai veduto
le afflitte periferie ? Ed oltraggia pur me l’opera infida dei miei nemici ?”
Sabellio (avvicinandosi piano ad Ignazio)
“Dammi la destra, e non temere ! Sapranno
della tua virtù, ma fuori da qui”.
Ignazio
“Chi m’attende fuori ?”
Sabellio
“Molti dei nostri”.
Ignazio
“Mi sosterranno al fine?”
Sabellio
“L’armi tengon pronte al tuo volere”.
Ignazio
“Al mio volere, che fu sempre quello di
Roma”. (Accenna ad uscire insieme a Sabellio, ma poi s’arresta) Ah ! Più duro
per me traversare questa sala che i salsi gorghi dell’Oceano intero. Più
ingrato lasciar queste mura che i diletti consessi ove non fui mai invitato.
Più triste levarmi da questi banchi che da una tavola ove mi costrinsero a
pagar per tutti”.
Orfenio (prendendo Ignazio sotto braccio)
“Amaro ricordo rinnoverà per te lo
strazio”.
Sabellio (anch’egli accompagnando il Sindaco)
“Vientene con noi ! Ascolta, Ignazio !”
Ignazio (seguendoli con passo prima
incerto poi risoluto)
“E al Santo Padre, che mi disprezzò, farò
veder chi sarà del gregge suo Padre e Pastor più santo”.
“Sabellio (sottovoce ad Orfenio)
“Portasti con te la penna per firmar le
dimissioni ?”
Orfenio (sempre sottovoce)
“E’ qui nella mia tasca. E pure il foglio
preparai da tempo”.
(Escono tutti)
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